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Padiglione Ungherese, Ungheria alla 60° Biennale di Venezia

Il Padiglione Ungherese, Ungheria alla 60° Biennale d'Arte di Venezia: gli artisti del padiglione, le opere, gli orari, i periodi, il costo dei biglietti e la sede espositiva.

Padiglion Ungherese, Ungheria alla 60° Biennale d'Arte 2024 a Venezia
Padiglione Ungherese, Ungheria della 60° Biennale d'Arte - Padiglione Austria, Giardini della Biennale, Castello - Venezia

(Foto: Márton Nemes: Techno Zen. 2024, Biennale Arte 2024,Venice, HungarianPavilion, exhibitionview. Photo: DávidBiró -KrisztinaBilák)

Mostra in corso dal 20 aprile al 24 novembre 2024

La 60° Biennale Arte aprirà al pubblico il 20 aprile. Ma il 17, 18 e 19 ci saranno le varie vernici ed eventi collaterali che sempre animano improvvisamente la vita artistica veneziana. La cerimonia di premiazione avverrà il giorno dell'apertura al pubblico.

Il titolo dell'edizione 60 della Biennale d'Arte è Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere.

La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l'Arsenale, includendo 213 artiste e artisti provenienti da 88 nazioni. Sono 26 le artiste e gli artisti italiani, 180 le prime partecipazioni nella Mostra Internazionale, 1433 le opere e gli oggetti esposti, 80 nuove produzioni.

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Padiglione Ungherese, Ungheria alla 60° Biennale D'Arte di Venezia

Titolo della mostra al Padiglione Ungherese è Techno Zen.

Artisti: Márton Nemes.
Curatori: Róna Kopeczky.
Commissari: Julia Fabényi.
Organizzatore: Ludwig Museum – Museum of Contemporary Art.
Sede: Padiglione Ungheria, Giardini - Venezia.

Comunicato Stampa del Ungherese alla 60° Biennale di Venezia

Alla Biennale Arte 2024 il Museo Ludwig presenta una mostra su larga scala e molto spettacolare delle opere di Márton Nemes create per questa occasione. Per gli spazi del Padiglione dell’Ungheria l’artista ha ideato un’opera d’arte mutimediale che coinvolge più sensi e si concentra sui colori, basandosi sulle esperienze della subcultura techno e dell’immagine digitale, oltre che sulla tradizione della pittura astratta. La mostra è multisensoriale: i suoi contenuti visivi, acustici e interattivi si dispiegano nell’effetto combinato di luce e di gamma cromatica, del movimento di oggetti e luci, di suono, di frequenza e di flusso d’aria.

Il lavoro di Márton Nemes è influenzato dalle sottoculture techno; l'esplosione e la riorganizzazione del campo pittorico conferiscono un carattere psichedelico ai suoi dipinti che evocano l'atmosfera visiva delle discoteche di oggi. Combinando elementi pittorici e scultorei, le sue installazioni multimediali creano una dinamica spaziale ipnotica che porta lo spettatore dalla durezza del mondo reale in un campo di colori fluido e vertiginoso. Per la 60. Esposizione Internazionale d'Arte, il progetto è stato concepito da Nemes come una Gesamtkunstwerk immersiva, basata sulla pittura, che sottolinea l'espansione del genere pittorico, la sua estensione ad altri media, un processo che è diventato sempre più caratteristico della pratica dell'artista. Nelle sue opere precedenti, Nemes si è avvicinato alla cultura rave da una prospettiva escapista e ha formulato l'idea di liberarsi da situazioni depressive e senza speranza con mezzi visivi. L'ensemble esposto nel padiglione segna ora una svolta: la sfida alla realtà è sostituita da un'esperienza trascendentale e la vibrazione della techno si trasforma in una risonanza zen.

Il termine techno si riferisce anche a techné e arte tecnologica; la fusione di tecnologie e materiali industriali con un approccio più convenzionale si svolge come un oggetto pittorico, un’installazione o un ambiente pittorico in movimento. Acciaio tagliato al laser, vernice per auto, lamiera smaltata, proiezione, luci DMX, altoparlanti e ventilatori colorati sono gli strumenti che Nemes integra nella sua pratica per reinterpretare la tavolozza della pittura. Così facendo, crea un ambiente multisensoriale: il suo contenuto ottico, acustico e tattile si svolge attraverso gli effetti combinati di luce, colore, movimento e suono.

La mostra è strutturata in tre parti principali destinate a essere pienamente comprese, percepite e vissute quando il visitatore si trova al centro del padiglione, il cortile che collega tutti gli spazi. Questa posizione - essere al centro - ha un significato simbolico, è sia fisica che ontologica. In un'epoca di fenomeni sociali polarizzati che mancano o escludono completamente le sfumature, il progetto trasmette un messaggio umanistico che invoca l'apertura e la tolleranza.

Le opere di Márton Nemes si possono vedere in un’altra mostra. Una selezione della collezione d’arte contemporanea della Banca Nazionale Ungherese è esposta al Palazzo Mora. Insieme delle opere di Nemes si possono vedere quelle dei suoi predecessori come Ilona Keserü, Tamás Hencze, István Nádler, e quelle dei suoi coetanei

Márton Nemes (nato nel 1986 a Székesfehérvár) ha studiato dapprima design industriale presso l’Università Tecnica di Budapest, poi ha proseguito i suoi studi presso il Dipartimento di Pittura dell’Università di Belle Arti dell’Ungheria nel 2013 e si è laureato nel 2018 con un master al Chelsea College of Arts di Londra.
Un anno dopo ha ricevuto il prestigioso Esterházy Art Award per artisti emergenti, che ha portato all’acquisizione di una sua opera di grandi dimensioni da parte del Museo Ludwig - Museo d’Arte Contemporanea di Budapest.

Le sue opere sono state esposte in diverse gallerie europee (Galleria acb, Budapest; Galleria Fold, Londra; Galleria Annka Kultys, Londra, Galleria 193, Parigi e Galleria Deák Erika, Budapest) e in istituzioni pubbliche ungheresi (Modem, Debrecen; Museo Re Santo Stefano, Székesfehérvár; Galleria di Paks, Paks; Istituto di Arte Contemporanea, Dunaújváros). Ha partecipato a mostre internazionali come Haunting Monumentality alla MSU di Zagabria (2014), Falling Out the Rythm alla BWA di Varsavia (2019), Abstract Hungary alla Künstlerhaus - Halle für Kunst und Medien di Graz (2017), oltre a Place Value - New Acquisitions al Museo Ludwig – Museo d’Arte Contemporanea di Budapest (2024) e New Mediations al Modem di Debrecen (2024-2023). Le sue opere fanno parte di numerose collezioni ungheresi e internazionali, private e pubbliche. È rappresentato dalla Double Q Gallery (Hong Kong). Nel 2024 ha fondato il Kazinczy 51 Art Hub. Vive e lavora a New York e a Budapest.

Informazioni utili per la visita

Orari: dal 20 aprile al 30 settembre dalle 11 alle 19. Dal 1 ottobre al 24 novembre dalle 10 alle 18. Solo Arsenale fino al 30 settembre: venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20 (ultimo ingresso: 19.45). Chiuso il lunedì (tranne i lunedì 22 aprile, 17 giugno, 22 luglio, 2 settembre, 30 settembre, 31 ottobre, 18 novembre).
Biglietti: si invita a visitare il sito ufficiale.Biglietto intero in rete € 30.
Telefono: +39.041.5218711; fax +39.041.2728329
E-mail: aav@labiennale.org
Sito web: Biennale di Venezia


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