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Padiglione Austriaco, Austria alla 59° Biennale di Venezia

Il Padiglione Austriaco, Austria alla 59° Biennale d'Arte di Venezia: gli artisti del padiglione, le opere, gli orari, i periodi, il costo dei biglietti e la sede espositiva.

Padiglion Austriaco, Austria alla 59° Biennale d'Arte 2022 a Venezia
Padiglione Austriaco, Austria della 59° Biennale d'Arte - Padiglione Austria, Giardini della Biennale, Castello - Venezia

(Photo: Georg Petermichl © Jakob Lena Knebl and Ashley Hans Scheirl (jpg, 3.3 mb))

Mostra in corso dal 23 aprile al 27 novembre 2022

La 59° Biennale Arte aprirà al pubblico il 23 aprile. Ma il 20, 21 e 22 ci saranno le varie vernici ed eventi collaterali che sempre animano improvvisamente la vita artistica veneziana. La cerimonia di premiazione avverrà il giorno dell'apertura al pubblico.

Il titolo dell'edizione 59 della Biennale d'Arte è Il Latte dei sogni.

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Padiglione Austriaco, Austria alla 59° Biennale D'Arte di Venezia

Titolo della mostra al Padiglione Austria è Invitation of the Soft Machine and Her Angry Body Parts.

Artisti: Jakob Lena Knebl, Ashley Hans Scheirl.
Curatori: Karola Kraus.
Commissari: Commissario Ministero federale per l’Arte, la Cultura, la Funzione pubblica e lo Sport. 
Sede: Padiglione Austria, Giardini - Venezia

Comunicato Stampa del Padiglione Austriaco, Austria alla 59° Biennale di Venezia

Nel padiglione austriaco della Biennale Arte 2022, la curatrice Karola Kraus presenta Jakob Lena Knebl e Ashley Hans Scheirl, due artisti/e nelle cui opere si intrecciano a più riprese arte, design, moda, performance, fenomeni socio-culturali e architettura, e che quindi tematizzano discorsi di rilevanza globale.

Invitation of the Soft Machine and Her Angry Body Parts è il titolo che Jakob Lena Knebl e Ashley Hans Scheirl hanno scelto per sviluppare setting installativi in cui si espande il loro intero universo artistico: dipinti, sculture, fotografie, lavori tessili, scrittura, persino una collezione di moda e una rivista da loro pubblicata. Gli “spazi del desiderio” ibridi da loro creati sovvertono le concezioni tradizionali della presentazione museale e fanno vacillare le gerarchie di arte e design, di high e low. La coppia di artisti/e si confronta con i meccanismi della costruzione dell’identità, in cui hanno un ruolo determinante il desiderio e l’esperienza sensoriale. Costruiscono degli spazi stratificati, dinamici, in cui il pubblico stesso diviene attore e può ampliare il proprio raggio d’azione, spinto dalla curiosità.

L’OPERA DELLA COPPIA DI ARTISTI/E

Dal dandy al camp, al bohémien e alla controcultura, dalla folgorante autoraffigurazione al solitario romanticismo introverso: al più tardi dall’invenzione del modernismo in poi, anche gli/le artisti/e hanno avuto un ruolo nel sistema operativo dell’arte. Queste attribuzioni di ruolo sociale sono sempre legate anche al genere, all’orientamento sessuale, al colore della pelle e allo status. All’interno del sistema di coordinate di questo costrutto, che opera con identità sia desiderate che imposte, Jakob Lena Knebl e Ashley Hans Scheirl allestiscono i loro palcoscenici, cercando di scalzare quel costrutto e mettendo in scena la loro pièce, confondendo i sistemi e producendo ibridi che si confrontano con identità di stili, media, materialità, contesti, estetiche e correnti nella storia dell’arte e del design.

Invece di impartire lezioni, gli/le artisti/e ambiscono ad uno scambio paritetico, un invito voluttuoso e sensuale a entrare in sfere utopiche insieme al pubblico e a rendere concepibili le alternative.

L’approccio strategico allo spazio di Jakob Lena Knebl prende spesso le mosse da un allestimento fotografico, che mette in relazione il corpo e le costruzioni di identità e desiderio con gli oggetti scultorei e gli spazi materiali e sociali. Questo approccio si traduce in installazioni, setting o allestimenti attraversabili che riempiono l’intera area espositiva, collegando lo spazio pubblico a quello privato. Nelle sue installazioni s’incontrano in un’atmosfera intensa svariate estetiche, media e materiali. I suoi riferimenti provengono dalla storia dell’arte e del design e da quei movimenti che li hanno collegati.

L’attività artistica di Ashley Hans Scheirl è iniziata alla fine degli anni Settanta con una varietà di media utilizzati. In seguito per vent’anni si è dedicato/a all’immagine in movimento. Con i suoi oltre 50 film e il film cult transgender Dandy Dust, Scheirl è stato/a da allora fra i pionieri del movimento queer in campo artistico. Dalla metà degli anni Novanta, il suo interesse si è incentrato sulla pittura, una pittura che diviene esperibile a mo’ di installazione, coinvolgendo cioè l’architettura, il contesto, gli oggetti, i videoloop e il movimento dei visitatori.

Jakob Lena Knebl e Ashley Hans Scheirl compaiono sia in progetti individuali che in coppia, di recente alla Biennale di Lione e al Kunsthaus Bregenz, con strepitose installazioni che riempiono l’intero spazio espositivo. Nel 2023 parteciperanno insieme ad una mostra al Palais de Tokyo. La coppia di artisti/e è accomunata da un intenso confronto con la costruzione e la decostruzione delle identità. Analogamente a una partecipazione consapevole e attiva allo sviluppo delle proprie personalità, le identità dei media, degli stili, delle discipline e delle costruzioni di genere sono messe in discussione e movimentate mediante “trans-…operazioni”, ibridate, trasformate e de/contestualizzate.

In questo processo si collegano due generazioni e due diversi approcci.

L’ALLESTIMENTO NEL PADIGLIONE AUSTRIACO

Jakob Lena Knebl e Ashley Hans Scheirl prendono spunto dalla conformazione del padiglione austriaco, dalle architetture d’impianto simmetrico, che è separato e allo stesso tempo collegato da un portico. Le due sezioni recano ciascuna la firma di uno/a di loro. Le posizioni individuali, pur distinguendosi l’una dall’altra, permangono in uno scambio reciproco. I materiali, le modalità operative, i simboli e le forme fluttuano quindi da un allestimento all’altro, si raddoppiano e si rispecchiano. Nei padiglioni laterali viene evocata la presenza della coppia di artisti/e mediante una situazione spaziale speculare trompe-l’œil.

L’installazione di Jakob Lena Knebl, che riempie l’intero spazio espositivo, si sottrae ad una precisa classificazione. Presenta il confronto critico dell’artista con gli anni Settanta e le tematiche di politica sociale dell’epoca, e con la storia dell’arte e del design di quel decennio, evidenziandone le forti ripercussioni sul presente. Un ruolo centrale assumono qui l’identità e le sue possibilità di trasformazione, i luoghi in cui l’identità si mette in scena e la questione di chi partecipi alla sua produzione e di quali siano i meccanismi di esclusione. Nella sua installazione nel padiglione, domina l’opulenza. Una scenografia surreale, che ci appare sia utopica che distopica, s’innalza dinanzi ad un paesaggio fantascientifico, che abbraccia l‘intera parete di fondo del padiglione. È incorniciata da un’impalcatura d’acciaio ispirata all’architettura del Centre Pompidou. Sculture ibride a grandezza naturale realizzate in ceramica, pelle, fibra di vetro, stoffa e acciaio, che sfidano il confine arbitrario tra arte e design, condividono lo spazio espositivo con il pubblico. L’artigianato classico s’interseca e s’intesse con la fusione in poliuretano, basata su modelli creati digitalmente e stampati in 3D.

L’installazione di Ashley Hans Scheirl è un autoritratto walkthrough come pittore/pittrice. La mano dipinta dell’artista trattiene un sipario di velluto rosso. Dietro il sipario, come nel proscenio di un teatro, sono sfalsati degli scenari bidimensionali, che allo stesso tempo formano gli strati di questo quadro apribile. Dalla soglia ci appaiono due occhi uno più grande dell‘altro, dall’espressione ambivalente, che ci fissano dalla parete posteriore. Sopra gli occhi c’è un monte di Venere dai lunghi peli bianchi da cui pende nella sala un tubo sovradimensionale. Eiacula nella stanza un “liquido” giallastro trasparente che ha formato una pozzanghera sotto l’arco di un’acconciatura dai capelli lunghi.

Da un’incolta collinetta, cannoni di carri armati, puntati verso una pepita d’oro incandescente, sputano farmaci. Una bocca spalancata in un grido di rabbia adorna una carta da parati di un salotto degli anni Settanta. Dietro di essa, un anello da piercing trafigge un cielo a forma di nuvola. Voltandosi, il visitatore/la visitatrice vede un ano imbottito in alto sopra l’ingresso, che vomita nella stanza una striscia di vernice color oro.

L’installazione congiunta della coppia di artisti/e è caratterizzata dal confronto o intreccio dinamico di spazi, stili e simboli pittografici diversi, che ci appaiono paradossali gli uni rispetto agli altri e cercano tutti di catturare l’attenzione del pubblico, ciascuno a modo proprio. I visitatori a loro volta divengono i protagonisti di questo allestimento, e mettono in movimento lo scenario con i propri corpi.

Informazioni utili per la visita

Orari: dal 23 aprile al 25 settembre dalle 11 alle 19. Dal 27 settembre al 27 novembre dalle 10 alle 18. Solo Arsenale fino al 25 settembre: venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20 (ultimo ingresso: 19.45). Chiuso il lunedì (tranne i lunedì 25 aprile, 30 maggio, 27 giugno, 25 luglio, 15 agosto, 5 settembre, 19 settembre, 31 ottobre, 21 novembre)
Biglietti: si invita a visitare il sito ufficiale. Biglietto intero in rete € 25.
Telefono: +39.041.5218711; fax +39.041.5218704
E-mail: aav@labiennale.org
Sito web: Biennale di Venezia


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