In Venice Today.com
PortuguêsDeutschFrançaisEspañolEnglishItaliano


In Venice Today.com
PortuguêsDeutschFrançaisEspañolEnglishItaliano



Booking.com

Il doge di Venezia, oneri e onori del Doge della Serenissima

Il doge di Venezia: le origini, la storia, le famiglie patrizie investite del titolo, le date, la vita quotidiana e quella politica del doge di Venezia nei secoli della Repubblica di Venezia.

Acquisto Biglietto Vaporetto Actv Venezia Biglietto Vaporetto Actv - Vieni a Venezia? Prenota in anticipo e salta la coda!

Compra Biglietti Vaporetto Actv Venezia

Stesso prezzo Biglietteria: 1 singolo € 9,50; 24 ore € 25; 2 giorni € 35; 3 giorni € 45; 7 giorni € 65.

Doge Venezia Doge di Venezia - Carica suprema della Repubblica di Venezia

Il doge rivestiva la carica suprema della Repubblica di Venezia, istituita nel 697 e caduta nel 1797, e presiedeva numerose assemblee di massima importanza nell'ordinamento della Serenissima; scelto sempre nell'ambito delle famiglie patrizie di maggior censo e importanza storica, il doge presiedeva la Signoria - composta dal doge, dai 3 Capi della Quarantia e dal Minor Consiglio (6 patrizi, uno per ogni sestiere), il Collegio (composto dalla Signoria e dai Savi, o ministri della Repubblica) che dettava l'agenda al Senato, sempre presieduto dal doge, il Consiglio dei X (responsabile della giustizia contro i nemici dello Stato), le Assemblee del Maggior Consiglio.

L'incarico era quindi impegnativo, tanto da essere spesso poco appetibile per molti patrizi i quali preferivano vivere nei loro ricchi palazzi con affaccio sul Canal Grande e tutta la libertà che al doge appena eletto veniva immediatamente sottratta. Egli infatti doveva trasferirsi a Palazzo Ducale, negli ambienti noti oggi come Appartamenti del Doge, portando con sè arredi e contribuendo alle spese dello Stato in maniera significativa.
Comunque è certo che l'incarico era la massima onoreficienza di Venezia e conferiva fama ed eternità alla famiglia che lo riceveva.

Tuttavia il potere effettivo del doge - notevolmente ampio in origine - nei primi 5 secoli fu fortemente limitato per eliminare ogni possibile deriva autoritaria nel governo di Venezia. Il doge quindi, già a partire dal XV secolo, presiedeva tutte le assemblee ma non ne comandava nessuna. L'unico vero comando che ebbe sempre fu quello militare della flotta veneziana in caso di guerra.

Derivazione del termine doge

Il termine dòge deriva dal veneziano doxe, a sua volta derivato dal latino dux che significa comandante militare.
I Veneti o Heneti infatti, popolazione di origine indoeuropea approdata in Veneto nella seconda metà del II millinnio a.C., furono poi sempre fedeli a Roma così che si latinizzarono. Con la caduta di Roma (476) la laguna, popolatasi fortemente a causa della discesa degli Unni (452) e dei Longobardi (568), entrò decisamente nell'orbita di Costantinopoli, rimanendo così fedele all'Impero Romano d'Oriente.
La fiducia fu ricompensata da Bisanzio con una certa autonomia legislativa e militare riassunta nella persona del capitano militare o doxe di Venezia. Tuttavia l'Impero Romano d'Oriente in pincipio rivendicava la piena potestà sopra i territori della Bενετικὰ, facente parte dell'Esarcato di Ravenna, e quindi autorizzava la presenza in laguna di un tribunus - o di un magister militum - piuttosto che di un dux vero e proprio.
La situazione mutò sul finire del VII secolo quando, anche per l'indebolimento militare e diplomatico dell'Impero Romano d'Oriente, fu istituito il Ducatus Venetiae.

Primo doge di Venezia

Il primo doge di Venezia è consegnato alle cronache storiche con il nome di Paolo Lucio Anafesto (697 – 717), conosciuto anche come Paoluccio o più semplicemente Paulicio.

La storia, poco documentata per il periodo, lo pone al comando del governo di Venezia nel 697 per circa 20 anni, fino alla salita al potere del doge Marcello Tegalliano, in carica dal 717 al 726, magister militum - capo della regione militare bizantina di Heracliana (l'attuale Eraclea) - nominato da Ravenna, capitale dell'esarcato che rimase in mano all'Impero d'Oriente fino alla conquista del re longobardo Astolfo nel 751, conquista che lasciò una significativa indipendenza politica alla laguna veneta.

Gli storici dubitano della realtà storica di Paoluccio Anafesto, e anche del 2° doge, e tendono a considerare come primo doge il , Orso Ipato (726-727), in quanto sicuramente messo al comando dalle popolazioni locali dei Venetici e dei Venetiani.

Ad ogni modo la tradizione vuole che l'elezione del primo doge abbia avuto luogo a Eraclea, durante un'assemblea presieduta dal patriarca di Grado Cristoforo, di fronte ai vescovi e alla presenza di 12 famiglie, dette poi apostoliche (Badoer, Barozzi, Contarini, Dandolo, Falier, Gradenigo, Memmo, Michiel, Morosini, Polani, Sanudo, Tiepolo) e di altre 4 famiglie dette evangeliste (Bembo, Bragadin, Corner, Giustinian). L'intenzione dei fondatori si svela quindi già nell'utilizzo di nomi di ispirazione cristiana, per porre un sigillo religioso, un'investitura di Dio sulla fondazione del nuovo ordine politico di Venezia.
Da Paolo Anafesto la tradizione vuole che provenga la famiglia Falier, già presente alla sua elezione nel 697.

La tradizione ha la firma di Giovanni Diacono o da Venezia, autore del Chronicon Venetum, vissuto nel X secolo.
Vai alla pagina completa del Primo Doge di Venezia

Il mutamento della carica del doge nei secoli

Tra il primo e l'ultimo doge se ne contano altri 118 - in totale saranno 120 i dogi della Serenissima - in un arco temporale di 1000 anni esatti dalla fondazione alla caduta del Ducato prima, Monarchia poi, Comune e infine Repubblica di Venezia.

In principio il doge ebbe vasto potere con forti tratti di autoritarismo tra cui la cessione ereditaria del potere. Ma già con il doge Pietro Tribuno (IX secolo – 911) la nomina divenne elettiva, nel 1032 fu abolito il co-reggente affidandogli 2 consiglieri, nel 1172 l'elezione fu affidata a 11 membri (poi 41 nel 1178) per evitare brogli. 

Ultimo Doge di Venezia - Venezia

L'ultimo doge di Venezia fu Lodovico Giovanni Manin (1726–1802), eletto il 9 maggio 1789 restò in carica come 120º doge della Serenissima fino al 12 maggio 1797, giorno in cui si svolse l'ultima assemblea del Maggior Consiglio che decretò la fine della Repubblica di Venezia dopo 1100 anni esatti. Tre giorni dopo le truppe napoleoniche entrarono in città e ci fu il grande saccheggio delle opere d'arte veneziane che presero la via di Parigi e del Louvre. Parte di queste - tra cui i cavalli di Piazza San Marco - rientrarono nel 1815 con l'inizio della Restaurazione sancita dal Congresso di Vienna (9 giugno 1815). Le potenze europee restaurarono lo status quo della geografia politica pre-napoleonica; ma Venezia era un bottino troppo prezioso e la Repubblica non fu restaurata venendo inglobata nei possedimenti austriaci.

Vai alla pagina completa dell'Ultimo Doge di Venezia



Contatti - Progetto In Italy Today - Politica sulla riservatezza - Cookie Policy

In Venice Today è aggiornato ogni giorno

© In Venice Today
Tutti i diritti riservati