Wael Shawky. I Am Hymns of the New Temples - Museo Palazzo Grimani, Campo S. Maria Formosa, Castello Ramo Grimani, 4858 - Venezia
(Foto: Wael Shawky, I Am Hymns of the New Temples, 2023. video still. Courtesy Ministero della Cultura - Parco Archeologico di Pompei, nel contesto di Pompeii Commitment. Materie archeologiche © Wael Shawky)
Mostra in corso dal 17 aprile al 30 giugno 2024
A Palazzo Grimani apre la mostra personale (anteprima museale internazionale) dell’artista egiziano Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) intitolata I Am Hymns of the New Temples.
Comunicato stampa della Mostra Wael Shawky. I Am Hymns of the New Temples
A cura di Massimo Osanna (Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura), Andrea Viliani (Cocuratore del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche) e Gabriel Zuchtriegel
(Direttore del Parco Archeologico di Pompei), la mostra è organizzata in collaborazione fra il Museo di
Palazzo Grimani e il Parco Archeologico di Pompei, e accompagna la partecipazione dell’artista alla
60. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, dove Shawky è stato invitato a
rappresentare la Repubblica Araba d’Egitto al Padiglione Egitto.
La mostra riunisce l’opera filmica I Am Hymns of the New Temples realizzata
dall’artista nel 2023 e che, dopo la sua anteprima al Parco Archeologico di Pompei, viene presentata
a Venezia in anteprima museale internazionale – e una selezione di opere multi-materiche e disegni
realizzati dall’artista fra il 2022 e il 2024. Il progetto espositivo è concepito come un dialogo ideale fra
spazi e tempi differenti, in cui le opere contemporanee coesistono con le opere archeologiche e i
saloni storici di Palazzo Grimani, delineando un percorso che dal Camaron d’Oro conduce
prospetticamente alla cosiddetta Tribuna, nota anche come Antiquarium o Camerino delle Antichità,
vero e proprio fulcro del palazzo e delle sue narrazioni.
Narratore di processi conoscitivi ed espressivi sospesi fra il documentabile e l’immaginabile, Wael
Shawky esplora i modi in cui sono state scritte e raccontate le storie e analizza come esse abbiano
modellato anche la realtà storica. Nelle sue opere – in cui si articolano film, disegno, pittura, scultura,
installazione, performance e regia teatrale, sempre risultato di una ricerca sulle fonti storiche e
letterarie – Shawky ci predispone infatti a una posizione di consapevolezza nei confronti dei
meccanismi narrativi, antichi e contemporanei, con cui sono stati interpretati e trasmessi i fatti
storici, sociali e culturali e, attraversando spazio e tempo, evoca una dimensione al contempo fattuale
e immaginaria della storia e della società, come se esse non fossero mai definibili una volta e per
sempre, o da un solo punto di vista.
Girata nell’estate del 2022 fra le rovine dell’antica città di Pompei, colpita dall’eruzione del Vesuvio
nel 79 dc, I Am Hymns of the New Temples mostra ciò che affiora alle soglie fra le diverse culture che
rendono Pompei un vero e proprio teatro delle culture mediterranee, le cui differenti narrazioni sono
inevitabilmente connesse. La produzione dell’opera filmica I Am Hymns of the New Temples –
vincitrice dell’avviso pubblico PAC – Piano per l’Arte Contemporanea 2020 promosso e sostenuto
dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura – è il risultato della
collaborazione fra il Ministero della Cultura e il Parco Archeologico di Pompei nel contesto del
programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche. I Am Hymns of the New Temples
rappresenta la prima opera prodotta, nel 2023, nel contesto di questo programma del Parco
Archeologico di Pompei, il primo sito archeologico al mondo a dotarsi di un programma di lungo
termine e di una collezione permanente dedicati alle arti contemporanee, con l’obiettivo di ricercare
e valorizzare la contemporaneità dei temi e dei valori espressi dal patrimonio archeologico italiano e
internazionale. Istituzione partner per la valorizzazione internazionale dell’opera filmica è il LaM-Lille
Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain, d’art brut. Hanno inoltre collaborato alla
realizzazione dell’opera anche Fondazione Teatro di San Carlo e Accademia di Belle Arti di Napoli,
con il supporto di Galleria Lia Rumma, Milano/ Napoli.
Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico "PAC2020 - Piano per l’Arte Contemporanea", promosso
dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
BIOGRAFIA ARTISTA
Wael Shawky (Alessandria d’Egitto, 1971) si è formato presso l’Università di Alessandria per poi
conseguire un Master of Fine Arts presso la University of Pennsylvania a Philadelphia, negli Stati Uniti.
Il lavoro di Wael Shawky ha origine da ricerche e viaggi intrapresi dall’artista nel suo paese d’origine e
abbraccia differenti tecniche e media: dal disegno alla scultura, ma soprattutto film, performance e
narrazione.
Nella poetica dell’artista queste tecniche vengono spesso combinate per creare un universo fiabesco
ancorché reale, in cui coesistono elementi della cultura araba tradizionale e della contemporaneità:
con uno sguardo fisso sulle vicende attuali, l’artista intraprende un percorso di rilettura dei caratteri
culturali, religiosi ed artistici della storia medio-orientale, creando realtà altre e fantastiche che vivono
e prosperano in luoghi immaginari.
Celebre la sua trilogia filmica Cabaret Crusades – The Horror Show File (2010), The Path to Cairo (2012)
e The Secrets of Karbala (2015) - in cui antiche marionette e burattini diventano i protagonisti delle
storiche crociate medievali, narrate dall’artista con gli occhi della storiografia araba e con la leggerezza
giocosa di una favola per bambini.
Importanti mostre personali sono state dedicate all’artista da musei e istituzioni internazionali tra cui
M Leuven Museum, Bruxelles, Belgio; The Modern Art Museum of Fort Worth, Fort Worth, TX, USA;
The Louvre Abu Dhabi, Abu Dhabi, UAE; The Polygon, Vancouver, Canada; ARoS Museum, Aarhus,
Danimarca; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli - Torino, Italia; Fondazione Merz,
Torino, Italia; Kunsthalle Bregenz, Bregenz, Austria; Mathaf, Arab Museum of Modern Art, Doha,
Qatar; MoMA PS1, New York, USA; MACBA, Barcellona, Spagna; K20, Beirut, Libano; Sharjah Art
Foundation, Sharjah, UAE; The Hammer Museum, Los Angeles, USA; Kunst-Werke, Berlino, Germania;
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Biella, Italia; Kunsthalle Winterthur, Winterthur, Svizzera.
Informazioni utili per la visita
Orario:
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00. La biglietteria chiude mezz’ora
prima.
Biglietti: intero € 14; ridotto € 7 (residenti dell'area metropolitana, valido soltanto di mercoledì); dai 18 ai 25 anni €
2.
Sito web: Museo Palazzo Grimani |