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Mostra Acqua, futuro, vita alla Fondazione Elena Trevisanato onlus di Venezia

Mostra Acqua, futuro, vita in corso alla Fondazione Elena Trevisanato onlus a Venezia: gli orari, i periodi, il costo dei biglietti e le opere, la sede espositiva.
Mostra Acqua, futuro, vita Venezia
Acqua, futuro, vita. Un viaggio fotografico di Axel Fassio - Fondazione Elena Trevisanato onlus, Santa Croce 252 - Venezia

Mostra in corso dal 5 ottobre 2018 a settembre 2019

Una mostra di Axel Fassio racconta in 10 immagini, 10 storie e in un itinerario di 10 mesi che percorrerà le città di Venezia e Mestre, i 10 anni di attività della Fondazione Elena Trevisanato in Etiopia.

Comunicato stampa

Parte venerdì 5 ottobre da Venezia il nuovo racconto fotografico di Axel Fassio: dieci immagini, dieci storie e un itinerario di dieci mesi in tutta la città, per raccontare i dieci anni di attività della Fondazione Elena Trevisanato in Etiopia

Inizia venerdì 5 ottobre dalla Salizada San Samuele il nuovo viaggio del fotografo Axel Fassio che proseguirà per dieci mesi (fino a settembre 2019) lungo tutta la città di Venezia e Mestre: protagonisti gli scatti realizzati in Etiopia, documentando i luoghi e le storie degli abitanti della Somali Region a fianco della Fondazione Elena Trevisanato. Ritratti, volti, scene di quotidinità e momenti di festa, immagini di uomini e donne a cui si accompagnano le interviste, preziose testimonianze di persone che raccontano come la vita sia cambiata dopo l’intervento della onlus veneziana. Immagini concrete che immortalano la gioia dell’acqua, l’entusiasmo nelle aule affollate, la soddisfazione per un raccolto rigoglioso, la nuova speranza per la possibilità di ricevere cure. Sono situazioni semplici e quotidiane, benefici per molti scontati, ma in realtà servizi cui una parte di mondo non ha liberamente accesso.

I colori vividi, la luce chiara, il calore autentico della gente, raccontano una terra dove la vita è segnata da enormi difficoltà, ma di indiscutibile fascino. Una bellezza che ci arriva intatta, grazie al talento di Axel Fassio e alla sua ventennale esperienza di fotografo. Una carriera ricchissima, che l'ha portato in ogni angolo di mondo. Nato in Francia nel 1972 da padre italiano e madre argentina, ha vissuto negli Stati Uniti, Argentina, Brasile, Perù, Turchia, Cambogia, Sri Lanka, Camerun, Mali, Etiopia. Ora risiede in Kenya, dove lavora come fotografo con ONG, agenzie delle Nazioni Unite, centri di ricerca e società profit. Premiato in concorsi fotografici internazionali, tra cui Sony World Photography Awards, Worldwide Photography Gala Awards, Prix de la Photographie Paris, International photography Awards, le sue foto sono comparse sulle maggiori testate: The Sunday Times, Le Figaro, Los Angeles Times, Der Spiegel, El Sol, Al Jazeera, National Geographic,solo per citarne alcune.

Scrive Francesca Catalano, autrice del testo critico«in scatti limpidi e dai concetti chiari, Axel Fassio cerca di far risaltare la bellezza di un attimo, il punto di partenza dopo un passato di travagli e speranze negate, grazie a un occhio capace di andare nel profondo di ciò che guarda. Coglie l’umano e il dato naturale con un linguaggio puro e senza veli, trovando il giusto connubio tra veridicità ed estetica».

Il titolo della mostra si collega ai principi che ispirano da 10 anni l’operato della onlus: alimentazione, salute ed educazione che in questi anni, grazie alle raccolta fondi e al loro totale investimento, si sono trasformati in pozzi, scuole e luoghi di cura. Sono circa 135.000 le persone che, ad oggi, ne hanno beneficiato. Dieci di loro ci raccontano cosa è cambiato dopo la messa in opera di questi progetti; per dieci mesi gli abitanti di Venezia e Mestre li incontreranno nei luoghi dove scorre la vita quotidiana. I negozi della Salizada San Samuele, i bar di Santa Margherita, osterie, librerie, Canal Grande, con un progetto espositivo pensato per gli imbarcaderi e realizzato con il supporto della Municipalità di Venezia.

E ancora il centro di Mestre, Forte Marghera, la Giudecca,il Mercato del pesce a Rialto. Proprio qui a febbraio, in concomitanza con l’apertura della mostra, si terrà un evento aperto a tutti: un’occasione per riportare la linfa nel cuore della città attraverso la vita dei suoi cittadini. Il mercato del pesce a Rialto rappresenta un luogo storico che è sinonimo di lavoro e tradizione, ma anche futuro e vita per tutti i cittadini. Durante tutto il periodo della mostra e nel corso dell’asta prevista per settembre 2019, sarà possibile acquistare le foto realizzate in tiratura limitata, per sostenere i progetti della Fondazione (per informazioni: info@fondazione-elena.org; 041- 5226136)

Calendario delle esposizioni

• 5 ottobre 2018, Salizada San Samuele
(Andrea Tardini Gallery, Guadagni Design, Ottica Manuela, Osteria “Al Bacaretto”)
• novembre 2018, Campo Santa Margherita
• dicembre 2018, San Giacomo dell'Orio
• gennaio 2019, Giudecca
• febbraio 2019, Mercato del pesce di Rialto
• marzo 2019, Mestre Centro
• aprile 2019, Canal Grande
• maggio 2019, Campo San Giovanni e Paolo
• giugno 2019, Forte Marghera
• luglio 2019, Fondamenta Misericordia
• settembre 2019, Asta di beneficenza

La mostra è uno degli eventi che accompagnano i festeggiamenti del decennale della Fondazione, dedicata alla memoria della giovane Elena Trevisanato: dieci anni di attività, 705.000 euro raccolti ad oggi ed interamente utilizzati per i progetti di cooperazione allo sviluppo nella regione del Somali, una delle aree più complesse dell’Etiopia. Sono questi i numeri di una piccola Fondazione che vive del solo lavoro di volontari: cinque scuole che garantiscono l’istruzione ogni giorno a circa 1300 studenti; 4 pozzi realizzati in diversi villaggi, l’ultimo dei quali a Obal, con 16 rubinetti e 2 abbeveratoi per animali, un’area dove gli stessi abitanti della zona “mai avrebbero sognato un giorno di avere acqua”; una struttura per degenze realizzata a Darwonaji che ospita mediamente circa 60 pazienti ogni mese all’interno di un health post, che è diventato un fondamentale punto riferimento per altri 9 più piccoli “punti salute” del distretto. Un grande lavoro quello della Fondazione, portato avanti esclusivamente da volontari della onlus, in stretta collaborazione con le persone del posto, le vere protagoniste, altre realtà no-profit, ONG e con il Governo stesso; una rete che ha reso possibile il successo di questi progetti, in termini di realizzazione e durata, ma soprattutto nell’innesco di “circoli virtuosi” e diffusione di buone pratiche, nel più autentico significato di cooperazione allo sviluppo.

La Somali Region, dove la terra brucia

La regione dell’Etiopia dove opera la Fondazione, chiamata Somali Region, non è teatro di scontri sanguinari e conflitti religiosi capaci di portarla frequentemente alle cronache internazionali; ma resta una delle tante aree del continente dove la vita quotidiana è segnata da grandi difficoltà. Il problema principale è la terribile siccità che affligge il paese: il 2016 è stato l’anno nero, con la più grave crisi per carenza di piogge degli ultimi 50 anni. Nel giro di poco tempo, una regione rigogliosa, su cui estendevano campagne e pascoli verdi, è letteralmente bruciata. L’economia del Paese, fatta di allevamento e agricoltura è devastata. Per gli abitanti della Somali Region, significa aver perso tutto ed essere diventati profughi nel proprio paese, alla ricerca disperata di un goccio d’acqua, mentre nel giro di tre anni dilagano senza sosta la malnutrizione, la mancanza di acqua potabile, con conseguente diffusione di malattie, a cui si associa l’assenza di strutture sanitarie. Una vera catastrofe umanitaria che coinvolge quasi 20 milioni di persone.

Una situazione resa complessa dalla forte instabilità politica e dalle tensioni etniche. In Etiopia persiste uno stato emergenza proprio per contenere, anche con la forza e il controllo dei mezzi di comunicazione, le proteste di quelle etnie che, pur essendo numerose, vengono escluse e tenute lontane dai posti di governo. Risalgono a febbraio del 2018 le dimissioni del primo ministro Hailemariam Desalegnal termine di un lungo periodo di tensioni, iniziato nel 2015 contro il piano di sviluppo adottato da Addis Abeba, che mirava a espandere il territorio della capitale a discapito degli abitanti della regione di Oromo, il primo gruppo etnico del paese e il più marginalizzato.

Nonostante il dietrofront del governo, sono proseguite a lungo le manifestazioni di dissenso, a cui le autorità hanno risposto duramente. Secondo quanto riferito da Amnesty International le forze di sicurezza hanno fatto ricorso ad un eccessivo uso della forza contro la popolazione, uccidendo, entro la fine del 2016, almeno 800 persone. Con lo scopo di incoraggiare la pace nazionale, a gennaio il governo ha annunciato la liberazione di tutti i prigionieri politici, secondo quanto riferito dalla BBC, attivisti dell’opposizione e giornalisti. Ancora un passo verso la distensione sembra essere stata l’elezione a primo ministro di Abiy Ahmed Ali, il quale, appartenente proprio alla minoranza Oromo. Suo il compito ora di accompagnare il Paese fuori dalla grave crisi: ad oggi, ha dichiarato la fine dello stato di emergenza, liberato i prigionieri politici e, soprattutto, promosso una storica riappacificazione con l'Eritrea. I primi passi di un lungo cammino.

Notizie biografiche su Axel Fassio

Giramondo dalla nascita, veneziano di adozione. Premiato in concorsi fotografici internazionali tra cui WPO, PX3, IPA e TPOTY, ha esposto in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Argentina, Stati Uniti, Sri Lanka e Kenia. Le sue immagini sono state pubblicate da National Geographic a Der Spiegel, da The New York Times a Discovery Channel e BBC Travel. Axel è profondamente legato a Fondazione Elena con cui collabora fin dalla nascita testimoniando, attraverso i suoi scatti, gli interventi realizzati. Attualmente vive in Africa e lavora come fotografo con organizzazioni non governative, agenzie delle Nazioni Unite, centri di ricerca e società profit. E’ un fotografo con capacità visiva originale ed acuto senso estetico. Le sue foto narrano storie e ci parlano della bellezza di un istante.

Orari: dal 1° novembre al 31 marzo da martedì a domenica dalle 10 alle 16; dal 1° aprile al 31 ottobre dalle 10 alle 17 (la biglietteria chiude 30' prima). Chiuso, lunedì, 25 dicembre 1° gennaio.
Telefono: +39.041.5226136
E-mail: info@fondazione-elena.org
Sito web: Fondazione Elena


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