Padiglione Lussemburghese, Lussemburgo alla 59° Biennale d'Arte - Padiglione Lussemburgo, Campo Della Tana, Castello - Venezia
(Foto: Exhibition views, Tina Gillen. Faraway So Close, Luxembourg Pavilion, Biennale Arte 2022
© Photos: Florian Kleinefenn. Courtesy of the artist and Mudam Luxembourg – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean)
Mostra in corso dal 23 aprile al 27 novembre
2022
La 59° Biennale Arte aprirà al pubblico il 23 aprile. Ma il 20, 21 e 22 ci saranno le varie vernici ed eventi collaterali che sempre animano
improvvisamente la vita artistica veneziana. La cerimonia di premiazione avverrà il giorno dell'apertura al pubblico.
Il titolo dell'edizione 59 della Biennale d'Arte è Il Latte dei sogni.
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Padiglione Lussemburghese, Lussemburgo alla 59° Biennale D'Arte di Venezia
Titolo della mostra al Padiglione Lussemburghese è Faraway So Close.
Artisti: Tina Gillen.
Curatori: Christophe Gallois, Mudam Luxembourg – Musée d’Art Moderne Grand-Duc Jean.
Commissari: Ministry of Culture.
Sede: Padiglione Lussemburgo, Campo della Tana, Castello - Venezia
Comunicato Stampa del Padiglione Lussemburghese alla 59° Biennale di Venezia
Faraway So Close di Tina Gillen rappresenta il Gran Ducato del Lussemburgo
alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia.
L’esposizione ha ispirato all’artista (1972, Lussemburgo) una nuova serie di
dipinti in grande formato: l’installazione pittorica prende vita nel Padiglione del
Lussemburgo, all’interno degli ambienti storici delle Sale d’Armi, all’Arsenale,
che diventano uno spunto per esplorare i legami che intercorrono tra spazio
interiore e mondo esterno.
Il lavoro di Tina Gillen (1972, Lussemburgo), facendo principalmente ricorso
al medium della pittura, indaga le relazioni che intratteniamo con il mondo
che ci circonda e lo fa con una particolare attenzione verso tematiche legate
al paesaggio e all’abitare. I dipinti di Gillen trovano di frequente un’origine
in immagini fotografiche che l’artista modifica, semplifica, “traduce”
pittoricamente e associa ad altri elementi per giungere a composizioni che
mantengono una certa ambiguità tra astrazione e figurazione, costruzione e
improvvisazione, superficie della tela e traduzione dello spazio. Un’atmosfera
densa si sprigiona dai suoi dipinti, avvolgendo in un velo di mistero e stranezza
forme tratte dal quotidiano.
Faraway So Close è il progetto che Tina Gillen ha concepito per il Padiglione del
Lussemburgo pensato per le Sale d’Armi, la cui storia risale al XV secolo e il cui
utilizzo come deposito di armamenti le collega al passato militare di Venezia.
“Anziché optare per una scenografia intesa nel senso più classico del termine,
ossia come la costruzione di un’architettura, di pareti provvisorie”, Gillen ha
deciso di lavorare “con lo spazio”.
La mostra riunisce otto tele di grandi dimensioni accolte in un dispositivo
scenico ispirato ai fondali cinematografici dipinti, «come se [le opere] fossero
lì solo temporaneamente, in attesa di essere spostate e ricollocate di nuovo…
come un set ancora in via di creazione». In questo senso Faraway So Close
rappresenta un’estensione delle riflessioni che hanno guidato il lavoro di Tina
Gillen nell’ultimo decennio sul modo in cui la pittura si rapporta allo spazio.
Come già in molte delle precedenti esposizioni, le modalità con cui i lavori sono
presentati diventano una parte integrante dell’opera e il punto di partenza per
un’esperienza estetica che si estende nell’intero spazio.
I soggetti dei dipinti riflettono la recente ricerca di Gillen sui fenomeni naturali
che sfuggono al controllo umano, come gli eventi meteorologici, l’innalzamento
del livello dei mari e l’attività vulcanica. Insieme le opere evocano i quattro
elementi storicamente associati alla formazione dell’universo (terra, acqua, fuoco
e aria), oltre che le manifestazioni di disgregazione provocate dall’attività umana.
Riecheggiano così quelli che la scrittrice francese Marielle Macé, nell’ambito
della letteratura, descrive come “paesaggi incerti”. «Vivere in un mondo
danneggiato vuol dire in sostanza vivere in paesaggi incerti, grovigli di linee di
vita e linee di morte; significa convivere con i rifiuti, i fantasmi, esseri ibridi, i
veleni e i pericoli, ma anche con i sogni, i desideri, le invenzioni, le pratiche di
vita, poiché “la vita inventa sempre”» scrive Macé.
Questa ambivalenza risuona in molti dei dipinti in mostra. Ad esempio, nel
monumentale Sunshine III (2022), un insieme di forme schematiche nere e
gialle si dispiega sullo spazio della tela a partire da un nucleo situato nella parte
inferiore del dipinto. L’opera evoca il sole e i raggi che emanano da esso, ma
può anche essere interpretata come un’esplosione che irrompe nello spazio
espositivo.
Power II (2022) combina una rete di linee e strisce sottili che ricordano il profilo
di un traliccio elettrico e uno sfondo atmosferico che suggerisce l’immagine di
un orizzonte lontano. Infine, tre dipinti che condividono lo stesso titolo, Sealevel
(IV, V e VI, 2022), rispecchiano le problematiche contemporanee causate dal
cambiamento climatico.
Nel cuore dell’installazione si trova Rifugio (2022), un elemento scultoreo la cui
forma si ispira a una capanna sul mare che l’artista ha scoperto sulla Côte d’Opale
nel nord della Francia e che ha già raffigurato in un piccolo dipinto su carta,
intitolato Shelter (2018). In quest’opera la casa è rappresentata mentre fluttua in
uno spazio astratto, etereo, «come se l’ambiente circostante fosse stato cancellato,
lavato via dall’acqua». Trasposto nello spazio espositivo e messo in relazione
con i dipinti, questa forma diventa per l’artista uno spazio polisemico, fungendo
allo stesso tempo da luogo di ritiro e da porta sul mondo, da rifugio e da spazio
attraversato da una moltitudine d’informazioni.
Faraway So Close parla della complessità delle relazioni che intrecciamo tra i nostri
spazi interni e il mondo esterno, tra la vicinanza e la distanza.
BIOGRAFIA
Tina Gillen (1972, Lussemburgo) ha presentato il suo lavoro in mostre personali
al Bozar di Bruxelles (2015), al Mudam Luxenbourg (2012) e all’M Museum di
Leuven (2010). I suoi lavori sono inoltre stati presentati in numerose collettive
tenute presso il Mudam Luxenbourg (2018, 2010, 2009), la Künstlerhaus
Bethanien a Berlino (2012), il Netwerk Aalst (2012), il Mu.ZEE a Ostend (2010),
il Wiels a Bruxelles (2009), l’M HKA ad Anversa (2007) e il Platform Garanti
a Istanbul (2004). Due monografie Echo (MER. Paper Kunsthalle, 2016) e
Necessary Journey (Hatje Cantz, 2009) sono state publicate sul suo lavoro. Vive e
lavora a Bruxelles.
LA GIURIA
Il progetto Faraway So Close di Tina Gillen è stato selezionato tramite a un concorso indetto dal ministero della Cultura e dal Mudam. La giuria era composta
da Suzanne Cotter (direttrice del Mudam 2018-2021, presidente), Kevin Muhlen
(direttore del Casino Luxembourg – Forum d’art contemporain), Anke Reitz
(curatrice delle Collezioni Steichen– CNA a Clervaux), Dirk Snauwaert
(direttore del Wiels di Bruxelles), Lorenzo Benedetti (curatore presso il
Kunstmuseum St.Gallen), Michelle Cotton (responsabile del Dipartimento
Programmazione artistica e Contenuti del Mudam) e Christophe Gallois
(curatore, responsabile delle esposizioni al Mudam).
Informazioni utili per la visita
Orari:
dal 23 aprile al 25 settembre dalle 11 alle 19. Dal 27 settembre al 27 novembre dalle 10 alle 18.
Solo Arsenale fino al 25 settembre: venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20 (ultimo ingresso: 19.45). Chiuso il lunedì (tranne i lunedì 25 aprile, 30 maggio, 27 giugno, 25 luglio, 15 agosto, 5 settembre, 19 settembre, 31 ottobre, 21 novembre)
Biglietti: si invita a visitare il sito ufficiale. Biglietto intero in rete € 25.
Telefono: +39.041.5218711; fax +39.041.5218704
E-mail: aav@labiennale.org
Sito web: Biennale
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