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Padiglione Danese, Danimarca alla 59° Biennale di Venezia

Il Padiglione Danese, Danimarca alla 59° Biennale d'Arte di Venezia: gli artisti del padiglione, le opere, gli orari, i periodi, il costo dei biglietti e la sede espositiva.

Padiglion Danese, Danimarca alla 59° Biennale d'Arte 2022 a Venezia
Padiglione Danese, Danimarca della 59° Biennale d'Arte - Padiglione Danese, Giardini della Biennale, Castello - Venezia

(Photo: )

Mostra in corso dal 23 aprile al 27 novembre 2022

La 59° Biennale Arte aprirà al pubblico il 23 aprile. Ma il 20, 21 e 22 ci saranno le varie vernici ed eventi collaterali che sempre animano improvvisamente la vita artistica veneziana. La cerimonia di premiazione avverrà il giorno dell'apertura al pubblico.

Il titolo dell'edizione 59 della Biennale d'Arte è Il Latte dei sogni.

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Padiglione Danese, Danimarca alla 59° Biennale D'Arte di Venezia

Titolo della mostra al Padiglione Danese è We Walked the Earth.

Artisti: Uffe Isolotto.
Curatori: Jacob Lillemose.
Commissari: Danish Arts Foundation.
Sede: Padiglione Danimarca, Giardini - Venezia

Comunicato Stampa del Padiglione Danese alla 59° Biennale di Venezia

Il Padiglione della Danimarca della 59esima Mostra d’Arte Internazionale – La Biennale di Venezia- è entusiasta di presentare l’installazione We Walked the Earth ideata da Uffe Isolotto e a cura di Jacob Lillemose. I visitatori entrano in un mondo iperrealistico in cui gli elementi di un'idilliaca vita contadina danese del passato si fondono con strani fenomeni di fantascienza per creare un'immagine inquietante di un presente incerto. Occupando l’intero padiglione, We Walked the Earth presenta un inaspettato dramma di vita e morte che ruota attorno ad una famiglia di tre centauri. Cercando di affrontare le sfide di un mondo in continuo cambiamento, la famiglia incarna uno stato d’animo di disagio tra la disperazione e la speranza, che parla delle profonde ambiguità del nostro tempo.

Il padiglione è stato trasformato in una fattoria inquietante. Vicino all’ingresso giace un cumulo di letame equino e una piccola area pavimentata con pietre di campo. All'interno del padiglione, mucchi di zostera marina, un tempo comunemente usata per costruire i tetti delle fattorie sull'isola di Læsø in Danimarca, riempiono uno degli spazi espositivi principali. Tutti questi elementi sono caratteristici della vita di campagna. Tuttavia, ad un sguardo più attento, risulta evidente che tutto ciò che sembra familiare è alterato. Attrezzi curiosi che ricordano quelli usati nell'agricoltura e nelle tecniche di pesca tradizionali danesi si trovano in giro, anche se sono notevolmente differenti. In una delle stanze è appeso un prosciutto mutato e ci sono specie sconosciute di colture agricole sparse per il padiglione, alcune trasudanti un liquido blu.

I protagonisti sono due sculture iperrealistiche di centauri. Piuttosto che creature mitiche, essi sono il risultato fisico di un tentativo biotecnologico e transumano di sopravvivere in un mondo in cui non basta più essere umani nel modo in cui lo intendiamo oggi. I nostri discendenti si sono adattati alle nuove condizioni di un mondo cambiato attraverso un processo impegnativo e drammatico. I loro volti, corpi e mani – un quinto più grandi di un essere umano medio e coperti di segni – sono la testimonianza del loro arduo lavoro. Lo stesso liquido blu che fuoriesce dalle colture sembra sostenerli attraverso dei tubi, sia esso un agente riscaldante, una forma di nutrimento o un farmaco.

Un dramma di vita e di morte si svolge nelle due sale principali del Padiglione. Il centauro maschio si è tolto la vita e può essere visto appeso a un pezzo di catena simile ad una corda sospeso al soffitto, mentre il centauro femmina giace a terra nella stanza adiacente, dando alla luce un piccolo centauro. Resta aperta la questione sul perché il centauro maschio abbia deciso di togliersi la vita ma l'atto sembra indissolubilmente legato alla nascita simultanea della sua prole, come se si fosse reso conto che il suo tempo in questo mondo in continuo cambiamento è finito e spetta ora alla generazione successiva, ulteriormente evoluta, subentrare. Il piccolo centauro sembra essere di un ibrido diverso dai suoi genitori. Le sue mani umane sono mutate in qualcosa che contiene una promessa per il futuro e suggerisce tempi difficili.

Uffe Isolotto racconta: “Ho trasformato l'intero Padiglione. Quando i visitatori entreranno, incontreranno un'apparentemente idilliaca fattoria danese, dove troveranno un inquietante dramma di vita e di morte. C'è una profonda incertezza nel capire cosa sia successo ai centauri e al mondo in cui vivono. È una situazione tragica o di speranza, o forse entrambe le cose? Anche se i centauri potrebbero non essere reali, percepiamo la loro lotta. Il tempo presente in cui viviamo sta diventando sempre più complesso e imprevedibile nel modo in cui affrontiamo molte realtà impegnative, siano esse ecologiche, politiche o esistenziali. C'è al tempo stesso molta speranza e disperazione nell'aria, e voglio rendere questa percezione in una realtà fisica attraverso questa installazione.

We Walked the Earth attinge anche dalle esperienze della mia vita personale che in senso metaforico risuonano nei sentimenti e pensieri più universali sulla vita e la morte, che sento presenti nel mondo di oggi.“

Il curatore Jacob Lillemose afferma: “Sempre più persone in Danimarca si trasferiscono in campagna per vivere una vita più semplice e autosufficiente. Allo stesso tempo, i media, i politici e le imprese capitalistiche celebrano quotidianamente le promesse delle nuove tecnologie. In questo contesto, We Walked the Earth ci interroga se dobbiamo guardare indietro o avanti per trovare soluzioni ai problemi del mondo. Inoltre, si rivolge a un mondo che si trova ad un bivio, dove qualcosa di familiare scompare e qualcosa di sconosciuto emerge. In questo senso, presenta un'immagine del cerchio della vita e della morte. Il modo in cui navighiamo in questo intimo e complesso intreccio di finali e inizi è fondamentale per il futuro che creeremo per noi stessi qui sulla Terra".

Come in una complessa produzione cinematografica, Isolotto e Lillemose hanno collaborato con un collettivo di specialisti, tra cui 10 Tons (per il modello dei centauri), Fyns Naturværksted- il Laboratorio Naturalistico del Funen (per la tassidermia), Thomas Foldberg Studio (per le parti umanoidi), Anne Sofie Madsen (per l’abbigliamento e gli accessori), Soft Barocco (per le strutture in alluminio), Maria Koshenkova (per i lavori in vetro), Ida Hy (per i lavori in resina e silicone), Christine Bechameil e Marie Søegaard Tarpø (per la pittura scenica) e Line-Gry Hørup (per la grafica).

L'installazione è accompagnata da un racconto intitolato And Then We Became Water, ideato da Isolotto e Lillemose, e scritto dallo stesso Lillemose. Come un racconto di fantascienza, espande la narrazione dell'installazione, immaginando come potrebbe essere, in un futuro artificiale, vagare sui fondali di una Venezia allagata dove si incontrano il corpo di un centauro e un altro essere liquido. Il Comitato per il Finanziamento dei Progetti di Arti Visive della Danish Arts Foundation ha nominato Isolotto a seguito di una nuova procedura di open call in cui sono state accolte le proposte di tutti gli artisti visivi danesi interessati a partecipare. Da un totale di 190 domande, il Comitato ha selezionato tre artisti a cui è stato chiesto di elaborare le loro proposte di progetto.

Entra nel mondo di We Walked the Earth seguendo @wewalkedtheearth e il @danishpavilion e utilizzando gli hashtag #WeWalkedTheEarth, #UffeIsolotto, #DanishPavilion2022 e #BiennaleArte2022.

Uffe Isolotto (nato nel 1976) lavora con sculture fisiche e digitali, oltre a servirsi di altri media artistici quali film e animazione. Si è laureato alla Royal Danish Academy of Fine Arts nel 2007 e attualmente vive a Copenaghen. Ha partecipato a mostre collettive sia in Danimarca che all'estero, tra cui Arken Museum of Modern Art, Overgaden Institute of Contemporary Art, Nikolaj Kunsthal, Malmö Konsthall e la 14esima Media Arts Biennial di Santiago del Cile. Le sue opere sono presenti nelle collezioni della Galleria Nazionale della Danimarca e del Museo d’Arte di Holstebro. È stato incaricato di realizzare numerosi progetti di arte pubblica su larga scala tra cui Bodies on Balconies per il Teatro Vendsyssel di Hjørring, in Danimarca. Dal 2016 al 2019, Isolotto ha gestito la piattaforma Age of Aquarius per esporre e produrre progetti d’arte visive insieme a Nanna Starck. Attraverso la curatela e la produzione artistica di opere, Isolotto ha coltivato interesse in diverse ecologie, sia di tipo biologico che sintetico, e nel tempo i due percorsi, inizialmente separati, si sono fusi in una pratica che comprende materialità, tecnologia ed ecologia in senso lato.

Jacob Lillemose è un curatore e scrittore con sede a Copenaghen. Lavora al Medical Museion presso l'Università di Copenaghen su un progetto dal titolo The World is in You che esamina il "corpo come un complesso di legami". Ha co-curato Momentum 9: Alienation a Moss, in Norvegia nel 2017 ed è stato capo delle mostre al festival transmediale di Berlino tra il 2012-2013. Dal 2015 al 2017 ha diretto lo spazio espositivo X AND BEYOND dedicato all'arte e ai disastri. È un prolifico scrittore d’arte e di film nel contesto internazionale, recentemente con particolare attenzione all'horror e alle mitologie sociali. Ha conseguito un dottorato di ricerca in storia dell'arte presso l'Università di Copenaghen. È autore del romanzo Architecture Zero (A Mock Book, 2021) e della raccolta di saggi Strange Planet. Perspectives on Human Life on Earth (A Mock Book, 2022, in lingua danese). Danish Arts Foundation

La Danish Arts Foundation promuove e sostiene l'arte contemporanea danese a livello internazionale attraverso sovvenzioni, collaborazioni e progetti. www.kunst.dk

Informazioni utili per la visita

Orari: dal 23 aprile al 25 settembre dalle 11 alle 19. Dal 27 settembre al 27 novembre dalle 10 alle 18. Solo Arsenale fino al 25 settembre: venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20 (ultimo ingresso: 19.45). Chiuso il lunedì (tranne i lunedì 25 aprile, 30 maggio, 27 giugno, 25 luglio, 15 agosto, 5 settembre, 19 settembre, 31 ottobre, 21 novembre)
Biglietti: si invita a visitare il sito ufficiale. Biglietto intero in rete € 25.
Telefono: +39.041.5218711; fax +39.041.5218704
E-mail: aav@labiennale.org
Sito web: Biennale di Venezia


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