Kate Dunn, Il Tabernacolo - Galleria AplusA - Calle Malipiero, San Marco 3073 - Venezia
Mostra in corso dal 1 ottobre al 22 gennaio 2022
Alla Galleria AplusA la prima
personale in Italia dell’artista britannica Kate Dunn, Il Tabernacolo: un viaggio in tenda itinerante e senza meta tra installazioni pittoriche multisensoriali, esperite attraverso l’ottica del pharmakon della
musica gabber.
Comunicato stampa della mostra Kate Dunn, Il Tabernacolo
La galleria A plus A � lieta di annunciare la collaborazione con la galleria TJ
Boulting di Londra, un progetto di scambio che vedr� le due gallerie ospitare l�una la mostra dell�altra nelle reciproche sedi espositive. Per il primo appuntamento a Venezia, dal 1 ottobre al 18 dicembre 2021, la TJ Boulting propone la prima
personale in Italia dell�artista britannica Kate Dunn, Il Tabernacolo.
Accompagnata da una performance con musica gabber di Shoobz Darg, la mostra gi� presentata a giugno negli spazi della galleria inglese, comprende per
l�occasione una serie di lavori inediti realizzati appositamente per Venezia.
A seguire, nel 2022, la A plus A presenter� a Londra la personale dell�artista
sloveno Enej Gala.
Il Tabernacolo invita a un viaggio in tenda itinerante e senza meta tra installazioni pittoriche multisensoriali, esperite attraverso l�ottica del pharmakon della
musica gabber. Facendo riferimento al tabernacolo, santuario e tenda trasportabile, luogo di comunit� ma anche di conflitti, eretto nel deserto come dimora di
Dio, Kate presenta ora una nuova serie di lavori associati alla musica gabber.
Se nel lavoro Skin of Light, realizzato durante il lockdown nell�estate del 2020,
affrontava i nostri tentativi di raggiungere l�ascensione, il Tabernacolo tende
verso un cataclismico ritorno al corpo. La musica Gabber, infatti, apparsa a
Rotterdam nei primi anni �90, � stata rapidamente adottata dai raver hardcore
nella Gran Bretagna di Margaret Thatcher. E� caratterizzata da un suono inesorabilmente veloce, forte, distorto che crea un ambiente in cui il pubblico diventa
un unico corpo collettivo, venerando non il DJ ma l�esperienza stessa.
Utilizzando dei pigmenti che reagiscono ai raggi UV propri anche della cultura
rave, Kate realizza dei dipinti che esistono in tre diversi stadi durante l�installazione: con la luce abituale della galleria, con quella UV e infine nell�oscurit�.
Con la luce UV i pigmenti si caricano, assorbono e riflettono la luce diventando
essi stessi una fonte luminosa nel buio.
Il pigmento agisce come un organismo vivente, stimolando una riflessione sulla
nostra stessa natura ciclica. �Mi intrigava l�idea di queste opere che ci conducono dal giorno alla notte, soprattutto perch� sono essenzialmente costruite
attorno a quel vuoto inaspettato e spalancato che il lockdown ha creato in me,
un vuoto che prende la forma di un party. Ascoltando musica gabber nella mia
stanza e durante le mie passeggiate, mi ritrovavo immediatamente in una stanza
buia, con corpi sudati che mi circondavano. Mentre approfondivo ulteriormente
la mia ricerca, ho scoperto il termine effervescenza collettiva, che descrive come
spazi comuni quali chiese, manifestazioni e rave intensificano la nostra esperienza di unione al punto da elettrizzare questa situazione semi religiosa.�
Facendo riferimento alla pala d�altare, Kate usa l�arco gotico come struttura in
cui sperimentare il gesto figurativo. �Realizzare il mio lavoro � un atto corporeo,
prima ancora della pittura c�� il taglio, la levigatura e la preparazione dei pannelli. Ma pi� essenziale in questo processo � che quando dipingo cerco di impegnare il corpo anzich� la mente.
Kate inizia a utilizzare la forma arcuata in risposta al periodo di formazione a
Firenze, dove l�arco romanico appare ovunque. Tuttavia, nel corso del tempo
l�arco � diventato il simbolo di numerose iconografie, del Rinascimento e dello
spazio sacro. Lo spazio � parte integrante del Tabernacolo, della tenda, storicamente uno spazio comune e temporaneo e qui il �Pharmakon�, il veleno e/o
il rimedio, � concettualizzato in due modi: attraverso i nostri corpi e gli spazi in
cui eravamo costretti ad abitare durante il lockdown.
Proprio in questo periodo siamo diventati fortemente consapevoli del potenziale
distruttivo degli spazi; non si tratta pi� del tabernacolo, ma delle nostre camere
da letto, delle nostre cucine che potrebbero liberarci o distruggerci, con un�unica
via d�uscita: un ritorno definitivo al corpo.
�Quando ho cominciato il lavoro del Tabernacolo ero ancora entusiasta nell�attesa del momento in cui sarei stata in grado di uscire, sudare e festeggiare di
nuovo. Ma quando a Londra il lockdown si � allentato e la mia mostra � stata
inaugurata, ho scoperto di non essere pronta. Confrontarmi con tutto ci� su
cui avevo fantasticato, mi risultava insostenibile. Pensavo di essere preparata a
diventare una cavia, ma il mio cuore ha avuto un�accelerazione alla vista della
pista da ballo. I nuovi lavori realizzati per Venezia parlano delle feste che abbiamo perso, del desiderio di essere pronti e del tempo che ci vorr� per arrivarci.
Riprendendo l�uso dell�arco gotico, una struttura carpita ai trafori dell�architettura gotica veneziana, come l�arco a sesto acuto e il quadrifoglio, i nuovi dipinti
rispecchiano il dolore di essere parte di un corpo collettivo e la spinta di un�intensit� in cui essere nel mio stesso corpo � sufficiente.�
BIO
Kate Dunn (nata in GB, 1993) ) la sua formazione avviene presso la Central
Saint Martins School of Art and Design, seguita da quattro anni in Italia presso
la Florence Academy of Art, prima di tornare a Londra per il suo Master presso
la City & Guilds of London Art School. Kate ha esposto nel Regno Unito e in
Italia, tra cui The Tabernacle � Welcome to Pharmakon a TJ Boulting (2021),
Skin of Light (solo) al SET, Londra (2020), When The Shit Hits The Fan con
GUTS Gallery (2019), The Contemporary British Painting Prize 2018 e The Great Women Artists x Palazzo Monti Residency 2018. Kate insegna anche alla City
and Guilds School of Art School. Vive e lavora a Londra ed � rappresentata da
TJ Boutting.
La galleria TJ Boulting � stata fondata nel 2011 da Gigi Giannuzzi e Hannah Watson. Il nome della galleria deriva dal famoso edificio Arts and Crafts in cui la
galleria ha sede a Fitzrovia, nel centro di Londra. Il programma della galleria �
indirizzato al sostegno e alla promozione di artisti emergenti che utilizzano molteplici forme di espressione. Gli artisti sono spesso alla loro prima mostra personale e la galleria continua poi a rappresentarli. La galleria, inoltre, invita artisti
affermati a partecipare a mostre collettive a tema. Tra gli artisti rappresentati:
Poulomi Basu, Juno Calypso, Juliana Cerqueira Leite, Maisie Cousins, HelenA
Pritchard, Stephanie Quayle, Hrafnhildur Arnardottir / Shoplifter e Boo Saville.
La galleria � anche la sede di Trolley Books, casa editrice fondata a Venezia nel
2001 da Gigi, e trasferita a Londra l�anno successivo. Trolley continua ancora
oggi a stampare tutti i libri vicino a Venezia e festegger� il suo 20� anniversario
quest�anno proprio a Venezia.
BOOKING:
L�ingresso alla performance � limitato a dieci persone ed � gratuito. Le perfor
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mance si svolgono all�inizio di ogni ora e i posti possono essere prenotati tramite
Eventbrite o inviando una mail a
info@aplusa.it
Orari:
da martedì a sabato dalle 11.00 alle 18.00 (la biglietteria chiude un'ora prima).
Biglietti: ingresso libero.
Informazioni: +39.041.2770466
E-mail: info@aplusa.it
Sito web: AplusA |